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Massimiliano VALSECCHI (6.2.1978 – 4.6.2006) La sera passata a ridere e scherzare nel ristorante che frequentiamo solitamente quando andiamo alla Pollaccia; al mattino la colazione nel rifugio del gruppo speleologico GSB, gli ultimi dettagli sull’organizzazione della giornata, poi ci separiamo: io vado a Massa Carrara mentre Alberto, Jean Jacques, Massimiliano e Roberto si recano alla sorgente. Jean Jacques si immerge per primo e Massimiliano si accorda con lui per andare a verificare che in decompressione tutto proceda per il meglio. Quando più tardi s’incontrano a –6m., Jean Jacques in sosta, ha quasi finito la decompressione: si scambiano il segnale di OK, si salutano e Massimiliano prosegue per rivisitare un percorso a lui già noto per i lavori degli anni precedenti: non lo rivedremo più. Nel momento in cui raggiungo la sorgente, tranquillo e sereno, Alberto è già partito verso casa, Jean Jacques è appena riemerso, Roberto si sta preparando per l’immersione. Scendendo, Roberto si stupisce di non incrociare le luci di Massimiliano che dovrebbe essere di ritorno. Raggiunge i passaggi stretti a -40m, entra, scorge la luce, si avvicina e lo vede come se dormisse ma l’erogatore è fuori dalla bocca ed il sonno è quello dell’eternità. Quando poco dopo Roberto riemerge e mi chiama, vedendo un’espressione strana sul suo viso, un terribile sospetto si fa strada. Poche parole sono sufficienti per sconvolgere ogni pace, per cancellare ogni serenità, per far sorgere una serie di gravi domande. Mi siedo su di un masso annichilito e la mia mente si allontana mentre mi lascio trasportare nel mondo dei ricordi. Massimiliano dal 2000 frequentava il mondo della speleologia ed in particolare era attratto dalla speleologia subacquea; non appena aveva del tempo a disposizione, andava ad immergersi in una sorgente o in un sifone e spesso veniva a darmi una mano, durante le esplorazioni. Massimiliano era uno tra i pochi speleosubacquei italiani di ultima generazione, ad aver conosciuto il piacere di veder srotolare il filo dal proprio svolgisagola in un ambiente vergine. Sempre curioso, non esitava a chiedere informazioni a chiunque sulle differenti tecniche d’immersione, si documentava in internet selezionando le relazioni interessanti dalla spazzatura dei tuttologi, valutando con attenzione e traendo le conclusioni. Attento alle novità del settore, spesso era Massimiliano ad informarmene e con lui ne discutevo. Abitava a dieci minuti di distanza da casa mia, ci vedevamo di frequente, sistemavamo insieme le attrezzature, caricavamo le bombole, mi aiutava a sistemare il disordine nel magazzino. Arrivava da me in macchina o più facilmente a bordo del suo motorino, sempre sorridente e disponibile. Quando durante le nostre spedizioni mi capitava di perdere le staffe e lo riprendevo anche in maniera esagerata, lui sapeva che, una volta passata l’ira del momento, tutto sarebbe tornato come prima e il sorriso appariva velocemente sul suo volto e sul mio. Durante le esplorazioni, potevo contare su di lui, sul suo entusiasmo vivace, sulla serietà con cui sbrigava i propri ruoli nella preparazione della catena di sicurezza. La nostalgia della sua presenza sarà sempre viva dentro di me come in tutti quelli che lo hanno conosciuto e, davanti ad ogni sorgente, un pensiero sarà sempre dedicato a lui. Luigi Casati [Novità]
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