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CROAZIA 2004

 

Al rientro dalla Croazia, dopo una settimana, sono ancora più convinto delle sue potenzialità esplorative. In questo Stato sono stati coniati alcuni tra i termini utilizzati nella geologia moderna. Il territorio della Croazia, sebbene di piccole dimensioni, racchiude nella sua natura, quasi tutti i fenomeni carsici possibili. Lo scarso numero di abitanti, concentrati soprattutto nelle città, le conferisce, da un punto di vista naturalistico, un aspetto molto selvaggio. Non sono rari gli avvistamenti di animali come cervi, falchi, gufi, ecc. anche rimanendo comodamente seduti sul sedile della macchina, per i più intrepidi la ricerca di animali come gli orsi non è difficile: occorre un pizzico di “fortuna” e una scarpinatina tra i monti.

Questa settimana non solo mi ha permesso di rivedere amici di vecchia data, ma anche di incontrare speleo e speleosub del luogo con una conoscenza approfondita dei fenomeni sotterranei allagati nel loro territorio.

Il tempo non è stato clemente: pioggia e freddo ci hanno accompagnati per tutta la settimana ma, tra una “umida” immersione e l’altra, c’è stato lo spazio per discutere su promettenti obiettivi per il futuro.

Ho avuto la possibilità di immergermi in due sorgenti e una grotta allagata, osservare dall’esterno altre due enormi sorgenti e qualche grotta; complessi ipogei questi, che si trovano ad una distanza di circa 30’ in auto dal campo.

 

SORGENTE DI BARAČEVAC

Immersione per tentarne la continuazione: la corrente è abbastanza forte nei pressi dello stretto ingresso e la visibilità è buona. Mi informano che i primi metri della galleria sono molto stretti e che sarà difficile passare, prendo perciò poco materiale.

Invece supero il primo sifone lungo una quarantina di metri spostando dei massi che ostruiscono il passaggio; le violente piene che puntuali arriveranno, li rimetteranno nel bel mezzo della galleria. Riemergo in una sala asciutta lunga circa 6m, poi mi trovo di fronte ad un piccolo passaggio allagato che mi obbliga a respirare sul circuito e di nuovo mi ritrovo in una sala asciutta lunga circa 8m: il fondo di questa sala è un misto tra argilla e sabbia. Con il peso del circuito semichiuso e delle bombole da 7l vi affondo diversi centimetri. Raggiunto il secondo sifone attacco il filo e mi immergo: la profondità si mantiene tra i -2 e i -4m, la visibilità è di circa tre metri, le dimensioni della galleria sono di 3X4m. La galleria serpeggia, le forme sono complicate da descrivere perché molto irregolari fino a circa 190m dall’ingresso; più avanti la  morfologia cambia e la grotta prende la forma di una condotta forzata del diametro di 3m. Mi fermo a 220m dall’ingresso perché ho terminato il filo. Al rientro la visibilità è ridotta notevolmente a causa della presenza di argilla lungo tutto il tratto allagato.

Ritorno per una seconda immersione qualche giorno dopo, e riesco a proseguire per altri 65m raggiungendo la profondità minima di -1m in una zona stretta.

Lo speleosub slovacco che ha fatto per primo l’immersione qui e da cui derivano le informazioni che mi erano state date, sostiene di aver percorso 350m dall’ingresso a -4m di profondità in una galleria di 4X4m, tuttavia la sua descrizione della galleria non corrisponde a quello da me visto.

Qualche metro sopra la sorgente si aprono due grotte asciutte, una delle quali diventerà fra breve adatta alla visita turistica. Nell’ingresso vive un gufo reale, mentre all’interno della grotta vive una felice colonia di pipistrelli.

 

LAGO DI BEGOVAC – GROTTA VELIKA PEĆINA

Immersione piacevole in questa strana grotta. Con il finire dell’inverno, a causa dello sciogliersi delle nevi e delle piogge primaverili, si forma un grosso lago la cui acqua inonda la grotta adiacente che misura circa 400m di lunghezza. In estate al posto del lago c’è un verdissimo prato e la grotta è asciutta quasi totalmente. All’interno della grotta ho osservato dei pesci chiamati PIŠKOR, da fischio, perché quando vengono presi fischiano. Se vengono tolti dall’acqua e lasciati sul prato, scivolano come serpenti per ritornare nel loro habitat. La forma della loro coda, ricorda quella di un’anguilla, sulla bocca invece ci sono lunghi baffi.  I PIŠKOR non essendo completamente adattati alla vita ipogea  possono vivere anche nel lago, ma di solito si rifugiano in grotta nel periodo estivo non solo perché il lago si prosciuga ma anche perché prediligono le acque fredde.

L’immersione è interessante per la morfologia della galleria, meno per l’esplorazione, dal momento che vi si può accedere con fini esplorativi, con un poco più di fatica, quando è asciutta.

 

SORGENTE DI SINJAC

In precedenza è stata esplorata durante le spedizioni francesi del 92 e del 98 fino a una profondità di -104m.: è la più promettente di quelle da me visitate. Constatando la notevole quantità di acqua che sgorga, mi immergo solo con l’intento di verificare la forza della corrente. Scendo nel lago antistante e da subito mi sento trascinare indietro dalla corrente: mi punto con i piedi, finisco di sistemare la mia attrezzatura e inizio a scendere. Non avendo ben chiaro da dove partire, mi infilo in una spaccatura larga 3m e alta 1m e piena di rami e di argilla; scendendo, lascio il bombolino da 2l di ossigeno a -6m e la bombola da 4l di miscela iperossigenata al 50% a -21m, continuo la mia discesa e dopo qualche metro di progressione verticale, verso i -30m, entro nel pozzo principale di 10m circa di diametro: capisco di essere passato da una galleria secondaria. L’argilla che smuovo dalle pareti viene spinta contro di me dalla corrente impedendomi di vedere; sarebbe meglio rimanere lontano dalle pareti, ma la scarsa visibilità dell’acqua non me lo permette. Alla profondità di circa 45m sul fondo della galleria, giace un carro per il fieno, cadutovi molti anni fa. Continuando la discesa, le dimensioni della galleria diminuiscono, di conseguenza la corrente diventa sempre più forte fino a farmi decidere di rientrare. Il rientro è involontariamente rapido, ma molto divertente; recupero le bombole da decompressione, faccio qualche minuto di sosta precauzionale e riemergo.

In agosto le attività esplorative saranno rivolte ad alcune sorgenti in Albania, ma “visto quello che ho visto”, desidero riservare lo spazio di una decina di giorni per ritornare in Croazia.

 

Partecipanti:

HRVOJE CVITANOVIĊ, PREDRAG RADE, ALAN KOVAČEVIĊ, DAMIR PAVELIĊ, LUCA TANFOGLIO, LUIGI CASATI

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