SORGENTE DEL GORGAZZO 2015
Sabato 7 febbraio
Nei giorni precedenti pur da lontano, ho tenuto d'occhio il livello del Gorgazzo.
La mia osservatrice sul posto mi mandava le foto. A Lecco stavo infervorato nei
preparativi, spesso e volentieri aiutato dai fedeli amici. Gli handicap che
allungano i tempi sono all'ordine del giorno e non da ultimo una barca da 50 Q.
affondata nel lago, da recuperare con urgenza.
José ed io sguinzagliati nei dintorni alla ricerca di pezzi in inox nuovi e
modificati per il Reb.
Oggi si carica tutto comprese le pesantissime zavorre per la campana: nella
vasca non ci sono ancoraggi sicuri naturali. Per fortuna a disposizione ci sono
le auto degli amici su cui distribuire l'immane peso.
La frenesia dura fino alle ore tredici. Posso partire all'inseguimento del mio
sogno, gratificato dall'aiuto degli amici, subacquei e non.
Appuntamento alla sorgente nel pomeriggio, briefing con gli amici del gruppo speleologico locale per organizzare le
operazioni dei giorni seguenti. Alla sera tutti a cena in agriturismo.
Domenica 8 febbraio
Eccomi alla mattina sul bordo del mio Gorgazzo.
Coordiniamo il trasporto dei materiali vicino allo specchio d'acqua e montiamo
la campana.
Beppe, Caramella e Squark si immergono e la fissano a -9 m. mentre Adriano,
Paola e Sabrina portano un po' di bombole per la decompressione fino a -30 m.
Le recenti piene hanno strappato tutto il filo che va rimesso completamente.
Al problema, Meru non é interessato perché è occupato a corteggiare due graziose
cagnoline.
Lunedì 9 febbraio
Oggi per me ancora niente acqua, solo coordinamento preparativi.
Il sole caldo e piacevole nei pressi della sorgente mi aiuterà a allontanare gli
ultimi colpi di tosse.
Mentre guardo pensoso l'acqua e valuto la corrente ancora consistente, Paola e
Caramella si preparano per portare dentro qualche bombola a -30 m. Al rientro
faranno le pulizie togliendo il pericoloso vecchio filo, rotto in vari punti.
Donald e José girano video e scattano foto sott'acqua.
Sabrina e Squark saranno i soggetti delle immagini mentre lavorano.
Sabrina incontra un problema sulla bombola di fase e deve fermare l'immersione a
-25 m.
Squark sagola fino a -75m. e vi lascia una bombola da 20 L. Ê nel pozzo
verticale e la corrente ancora troppo violenta non gli permette di scendere
oltre. Una illuminata prudenza gli suggerisce di non sottoporsi a sforzi
pericolosi, bravo!
Valeria e io fotografiamo i movimenti esterni, Meru pensieroso osserva
l'ambiente e sogna...
Martedì 10 febbraio
Oggi mi immergo io. Posso finalmente salutare di persona le
acque del Gorgazzo e contemporaneamente verificare se le sue condizioni mi
permetteranno di tastargli il cuore. Più prosaicamente devo verificare quanta
corrente c'è fra i -70 m. e i -90 m. Questa analisi mi darà la cognizione della
percentuale di possibilità per potere andare oltre.
José e Donald entrano qualche minuto prima di me per essere pronti a foto e
riprese. Sabrina accudisce la sistemazione delle bombole in acqua.
Alla finestra già dall'ingresso, valuto immediatamente che la corrente é più
sostenuta di quanto immaginassi. Anche se è trascorso qualche anno da quando ho
fatto la mia punta, questa sorgente la percepisco come se fosse casa mia e
riconosco tutti i dettagli.
A testa bassa, tirandomi sulle rocce del pavimento, a -25 m., supero José e
Donald, immerso anche nei miei pensieri.
Velocemente a -40 m., mi fermo e prendo fiato perché il boccaglio nuovo mi dà
acqua in quantità, forse a causa di un o-ring rotto. Percorrendo la galleria
fortemente inclinata che scende fino a -85m. quando sono a -75 m., rifletto
sulla eventualità sia di non continuare, sia di non lasciare la bombola giù,
perché se la corrente dovesse aumentare, diventerebbe impossibile recuperarla.
Così me la prendo e mi giro per tornare. Una bella boccata d'acqua mi riempie la
gola e mi mette in crisi perciò, metto l’erogatore vicino pronto all'uso. Il
controllo della respirazione, mentre gestisco i fiotti di acqua che mi entrano
in bocca, mi impegna fino all'uscita e perciò non recupero le altre bombole.
Nella vasca trovo gli altri e prima di emergere, divago nell'ammirazione dello
specchio d'acqua visto alla rovescia, dove si riflettono le luci e le ombre
incrociate, del cielo e delle piante.
La sintesi della situazione è che in tre giorni, il livello è sceso di un solo
centimetro mentre, per avere le condizioni giuste, dovrebbe scendere almeno di
altri 20 cm.
Raccolgo i miei prodi per un'analisi della situazione: Donald ha un forte dolore
al timpano, un faro della camera si è spento, i flash della macchina fotografica
hanno dato forfait.
Ci sto mettendo l'anima, ma la neve che si scioglie sull'altipiano, alimentando
la corrente, non conosce le mie speranze.
Meru intuisce la preoccupazione e fa intendere che lui, per il momento, vuole
accomodarsi in auto a meditare.
Mercoledì 11 febbraio
La notte porta consiglio percio’ alla mattina si tolgono tutte le bombole dalla
sorgente, lasciando solo la campana che, per il breve tempo in cui me ne staro’
lontano, non ha bisogno di essere rimossa. La decisione infatti, non è di
rinunciare, bensi’ di dirigere momentaneamente la mira verso altre sorgenti in
questo momento piu’ accessibili. Scendero’ a -45m per recuperare le bombole piu’
profonde, mentre Josè recuperera’ un paio di bombole da 15 L a -25 m.; Sabrina e
Mario rimangono fuori e poi completeranno il nostro lavoro. Uso il bibo da 12 L
per andare giu’: essendo piu’ snello che con il rebreather, guizzo veloce. In
pochi minuti sono alla massima profondità, lancio uno sguardo in tralice nel
nero profondo del pozzo, acchiappo la bombola e faccio dietrofront. Salgo
recuperando le altre bombole, attento a non lasciarmi catturare dalla corrente
che mi spinge all’indietro, più vigorosa mano a mano che la mia superficie si
allarga. Quando ho completato la raccolta di tutti e quattro i venti litri che
fortunatamente non erano ancora stati portati alle quote previste più profonde,
raggiungo nel laghetto Josè che ha portato a termine il suo compito. Le ultime
quattro bombole, più le zavorre supplementari, sono raccolte da Sabrina e Mario.
E Meru? Meru si é innamorato di due conigliette chiuse in gabbia e scava con
tutte le forze sotto la rete per liberarle mugolando: No Meru, non si fa!
Giovedì 12 febbraio
Prima di partire per altrove, con progetti che bollono in pentola, ma per ora
non solleviamo il coperchio e lasciamoli bollire a fuoco lento, una cara amica
del luogo mi organizza una visita nella scuola media per un incontro con i
ragazzini.
Siamo nel periodo di carnevale e si percepisce un grande desiderio di allegria
ma l’interesse delle classi è dimostrato dalle domande precise e acute sulla mia
attività, con una curiosità emozionata per cosa faccio e cosa vedo.
Alla fine desiderano vedere anche Meru e Lui, da vera Star, si mostra, e
passeggia con nonchalance, dinanzi alla vetrata della scuola.
Via, direzione Treviso o più precisamente Suex, dove producono Scooters
subacquei ad alto livello. Il posto è come un laboratorio da orologiaio,
ordinatissimo, pulito, splendente e, per un subacqueo, il paese dei balocchi.
Assisto con l’acquolina in bocca, al montaggio del nuovo meraviglioso mostro,
che contiene una batteria piu’ potente, corpo resistente a pressioni
incredibili. Il futuro che Alessandro Fenu mi illustra, mi fa quasi rimpiangere
di non avere tantissimi anni davanti a me, per godermi tutte le prossime
meraviglie.
Mettono sotto torchio il mio usato “Xk1” che, a parte una botta sul corpo, è
ancora in perfetta forma e dimostra una qualità invidiabile al top di una gamma
insensibile all’uso. Aggirandomi fra tanti oggetti del desiderio, perdo la
cognizione del tempo e, nonostante il rientro a casa a notte inoltrata,
l’entusiasmo che mi ha riempito di adrenalina, mi fa mettere al lavoro con
Roberto: Il funzionamento del boccaglio deve essere risolto e ci mettiamo a
testa bassa per risolvere il problema.
Il difetto trovato non può essere sistemato per cui rimonterò il primo prototipo
che funziona bene.
Meru finge di russare nell’atrio di casa.