|
SORGENTE DEL MULINO a CASTELCIVITA 2002
Sono solo, immobile, nel buio più totale. Mi sembra una follia. Ancora una volta nelle viscere della terra, un appuntamento impossibile. "Ci vediamo in quel punto tra un'ora" mi aveva detto Gigi un attimo prima di partire. Prima di partire per questa ennesima esplorazione dell'ignoto. Un attimo prima di questo suo ennesimo viaggio all'interno di se stesso, delle sue ansie, delle sue paure, della sua voglia di conoscere e di scoprire. "Bello!", pensai un giorno tra me e me. "Straordinario!". Trovare l'avventura sotto casa. Esplorare un mondo nuovo senza andare sulla luna. Mettere i piedi dove nessuno, assolutamente nessuno, è mai stato prima, fin dall'inizio della storia del mondo. Senza allontanarsi troppo da casa. Del resto la speleologia di Gigi è un mondo. Un suo mondo, un mondo che gli appartiene del tutto. E io oggi sono parte di questa sua follia, mi è concesso di avvicinarmi in punta di piedi a questo suo universo. E così diventa normale dirsi... " ci vediamo in quel punto tra un'ora". Un istante prima di calarsi insieme le maschere sul viso e da quel momento rinunciare alla parola. Così seguo Gigi. Ci infiliamo attraverso la prima strettoia dove rubo un paio di immagini. Lui intanto si sistema un poco. Si scrolla energicamente per assestare i suoi due enormi venti litri sulla schiena. Puntiamo veloci verso la seconda strettoia. Un ambiente magico, con i ciotoli levigati sul fondo,la volta che si abbassa sempre di più. So già che le foto non mi piaceranno:ci vorrebbe una luce qui, un flash in controcampo, un altro laggiù... e poi in questo mirino non vedo un accidenti: la luce del casco illumina un punto e questo grandangolo è maledettamente ampio. E poi c'è la strettoia. Li dove io sono lento ed impacciato, Gigi passa come se pinneggiasse in mare aperto. Oltre la strettoia lo attende il maialino. Si ferma per qualche momento per gli ultimi controlli, gli ultimi assestamenti. Scatto veloce, senza pensare, cosciente solo che tra qualche secondo partirà troppo veloce per me. Infatti dopo pochi istanti lui salta a bordo e parte. Tento di seguirlo. Assieme ci arrampichiamo su per una montagna di argilla tanto solida da sembrare di roccia. Ora giallastra, ora striata, stratificata, marrone e nerastra. La grotta qui sale verso l'alto. Noi corriamo come ossessi. I computers urlano in una serie di beep il loro disappunto. Oltre la collina di argilla, Gigi si lancia verso il basso. In un attimo rimane solo un bagliore lontano. Una scia di bolle accese d'argento nel nero totale della galleria. Poi null'altro che il ronzio lontano del motore. E più nulla. Guardo l'orologio, e annoto mentalmente il tempo. " Ci vediamo in quel punto tra un'ora!"."Certo Gigi, che problema c'è!". E mi avvio verso l'uscita. Per fare in pochi minuti il pieno di sole e di luce. Prima di rientrare, pinneggiare ancora oltre le strettoie, superare il monte di argilla, imboccare la galleria in discesa e... eccomi qui, in "quel punto", puntuale all'appuntamento. Diversa dalla grotta Parolini, la sorgente del Mulino a Castelcivita. Lassù, in Veneto, una galleria ampia, orizzontale, infinita. Qui una serie di saliscendi, che condizioneranno le immersioni esplorative di Gigi, costretto ad una serie vertiginosa di folli profili a jo jo. Io in un attimo sono ad oltre cinquanta metri. Spengo le luci, socchiudo gli occhi e mi concentro sull'udito. In attesa del ronzio lontano del maialino di Gigi. Nel buio totale. Una esplorazione impegnativa, questa della sorgente del Mulino. Una grotta in cui Gigi sta lavorando oramai da anni. Impegnativa per via delle elevate profondità che si raggiungono, ma, sopratutto, per la folle serie di sali e scendi che si incontrano durante la progressione. Una morfologia che porterà Gigi a passare a 115 metri, e poi risalire ad 80. Di li ancora giù a 102, su a 90 e così via. Un pericoloso jo jo da ripetere sulla via del ritorno. Come di consueto tutta l'organizzazione di questa spedizione dell'Aquatica Team e l'assistenza di superficie è stata affidata a Jean Jaques Bolanz, amico ed antico maestro di Gigi. Gigi e Jean Jaques hanno organizzato tutti i componenti della squadra in modo tale da allestire tutta una serie di bombole lungo il percorso. Bombole caricate con gas diversi da utilizzare per la progressione, per il rientro e dunque per la decompressione e per eventuali emergenze. La prima disposizione di materiali all'interno della galleria è stata organizzata sulla base dei dati e dei traguardi raggiunti nel corso dell'esplorazione precedente. Così anche il calcolo delle tabelle è stato realizzato sulla base delle passate esperienze, considerando alcune ipotesi di prosecusione della galleria sommersa. Un lavoro lento, lungo, faticoso, che Luigi e Jean Jaques portano avanti con la consueta meticolosità, organizzando i fidi compagni, i membri della loro equipe che da anni li accompagnano e li aiutano. Questa di Castelcivita è la terza spedizione speleologica dell'Aquatica Team dall'inizio dell'anno. Una grande fatica per tutti i componenti della spedizione. Castelcivita è un obbiettivo importante per gli speleologi subacquei oramai da molti anni. Come accennato, i problemi fondamentali sono quelli legati alle profondità che si raggiungono ed alle variazioni di quota cui l'esploratore è costretto. Sia durante il percorso di andata, sia, naturalmente, sulla via del ritorno. Fa impressione vedere Gigi sparire a cavallo del suo maialino ad oltre sessanta metri di profondità. Sapere che qui, dove io lo abbandono, lui è all'inizio della sua esplorazione, e siamo invece già al limite per la maggior parte dei subacquei normali. Da lì Luigi inizia una discesa che lo condurrà a superare un "restringimento" ( 3m per 1,5m ) a -90m. In questo punto la corrente è forte, tutta l'acqua che arriva alle varie polle nel fiume passa da qui. Poco dopo quando lascia il primo relè: è a circa 350m dall'ingresso; si carica altre 3 bombole da 20l e via. Per tre interminabili minuti prosegue all'interno di una galleria suborizzontale a -115m poi una ripida risalita fino a -85m ( 500m dall'ingresso ) dove lascia il secondo relè e la bombola di soccorso. Se il maialino dovesse avere problemi, il gas della bombola di soccorso gli permetterà il rientro a pinne dalla zona profonda. Il tempo scorre veloce sono passati 15' quando risale sul maialino e percorre un tratto orizzontale per altri 50m. Un nuovo scivolo ricoperto di sabbia che non crea problemi; a -95m la roccia è pulita e la magia delle erosioni lo accompagna a -102m dove un fondo di ghiaia nera lo aspetta. E' ora di lasciare il terzo relè. Le dune di sabbia e argilla non si fanno attendere e dopo altri 40m a -100m lo obbligano ancora una volta a risalire fino a -90m (695m di progressione). Una piccola discesa a -95m poi di nuovo su a - 90m: sono passati 22'. Anche l'autonomia del quarto relé è finita. La morfologia bizzarra lo fa ridiscendere a -105m, lascia il maialino alla fine del filo da lui posato nella precedente esplorazione. Inizia a pinneggiare nella galleria che continua orizzontale per 50m. Una nuova discesa; lo svolgisagola lascia scorrere il filo, la profondità aumenta, uno sguardo ai manometri: è ora di rientrare! Luigi si trova a 828m dall'ingresso a -113m e il timer segna 27'. Ci vorranno ancora altri 21 minuti per tornare indietro, superare l'interminabile serie di saliscendi e giungere alla prima strettoia a -90m contrastare la corrente che lo spinge troppo velocemente verso l'alto, arrivare a -75m ( 280m dall'ingresso ) dove inizia la decompressione. Un tempo totale di immersione di 40 minuti tra i -115m ed i -75m metri. Ancora poco ed incontrerà i primi del gruppo che gli vengono incontro. Lo attendo a circa 50 metri. È il 65' minuto dall'inizio della sua immersione quando sento il ronzio del motore ed avvisto i primi bagliori dei fari. È sereno Luigi. Sotto al casco, dietro il vetro della maschera gli brillano gli occhi. Anche se non è tipo da lasciarsi andare a manifestazioni di entusiasmo si vede che è felice. Rimango un poco con lui mentre si decomprime, armeggia con le sue differenti bombole, cambia un gas dopo l'altro, scrive sulla lavagnetta le prime impressioni, una breve lista di quello che gli occorre. A trentasei metri Massimo scende in acqua con un secondo computer e porta via quello di Gigi: ci servirà per scaricare sul PC il grafico di questa straordinaria immersione. Mentre il secondo ci registrerà i dati della decompressione dai 90 minuti in poi. L'immersione in totale durerà 295 minuti. Tolti i cinquanta di tempo di fondo, non serve dire che la decompressione è interminabile. Tutti i membri del gruppo di assistenza si alternano per non lasciare Luigi troppo tempo da solo. Per portare una batteria di ricambio per il gilet elettrico, per portare una bottiglia di the caldo. E perché no, una splendida fetta di cocomero per ricordare al nostro amico cavernicolo dello splendido sole dell'agosto italiano. Fuori Jean Jaques annota i tempi, le bombole utilizzate, calcola i minuti di decompressione che restano. Con questa immersione si è conclusa la scorta dei gas e la prima fase di questa spedizione. La seconda si preannuncia non meno interessante: l'intento dell'Aquatica Team è quello di esplorare alcuni laghetti che si aprono su fondo della grotta visitata dai turisti e che potrebbero essere promettenti sifoni. Ci carichiamo allora tutto il materiale in spalla e partiamo a piedi, carichi come somari. La grotta è bellissima, decorata da stalattiti e stalagmiti, da colonne altissime, da concrezioni di alabastro e carbonati. Festoni di roccia divengono trasparenti come vetro, una volta colpiti dalla luce dei fari e delle frontali a carburo. Il primo sifone è al termine di un breve salto. Gigi attrezza gli ancoraggi di discesa e ci caliamo. Sarà Jean Jaques il primo a violare queste acque sconosciute. Si prepara faticosamente sulla ripida riva di fango e rapidamente scivola nel laghetto. L'acqua si accende immediatamente di tutte le gamme dello smeraldo quando Jean Jaques illumina con i potenti fari. Dalle rive il fango scivola in acqua ed esplode in nubi fitte e scurissime che si allargano lentamente. In breve perdiamo la luce di Jean Jaques, e il sipario di torbidezza si chiude sopra di lui, oltre la superficie del piccolo lago. Rimaniamo in attesa, io e Gigi, assicurati alla corda che penzola dall'alto, con i piedi malfermi sullo scomodo pendio fangoso. L'immersione di Jean Jaques non durerà moltissimo: raggiunti i settanta metri non valeva la pena proseguire un'immersione esplorativa con due piccoli mono da dodici litri sulle spalle. Si continuerà nei prossimi giorni. Che saranno fecondi di sorprese, che porteranno ad unire due sifoni mediante un passaggio sotterraneo, a trovare nuove e numerose vie di penetrazione. Il viaggio al centro della terra di Luigi prosegue. Il suo terreno di gioco è ancora un po' più ampio. In un mondo in cui tutto sembra essere esplorato, per lui si aprono ogni giorno nuovi orizzonti. E così segna sul calendario dell'AQUATICA TEAM l'inizio di una nuova spedizione a Castelcivita. Appuntamento sempre li, "in quel punto", alla fine di luglio del prossimo anno.
La spedizione AQUATICA TEAM CASTELCIVITA 2002 ha avuto luogo per un periodo di circa venti giorni tra la fine di luglio e i primi di agosto. Il nostro quartier generale è stato l'agriturismo "Il casolare degli Alburni" ( C.da Serre di Castelcivita 96. Tel 0828772 / 951 cell 333 2275637 ). Lì abbiamo sistemato tutto il materiale e la stazione di ricarica per l'aria e le miscele. Ci siamo fatti coccolare al mattino con succhi di frutta e marmellate fatte in casa. Coccole anche alla sera al ristorante S. Spirito (0828/772013 ) a due passi dalla nostra base dove i porcini, le mozzarelle e altre gustose specialità hanno allietato le nostre cene. La sorgente si trova pochi metri al di sotto delle grotte turistiche. In prossimità di un'ansa del fiume Calore che qui scorreplacido ed invitante. Un luogo molto a meno, fortunatamente ben organizzato da una cooperativa che si proccupa di mantenere pulito e di gestire il parcheggio e un piccolo chiosco. Dove servono tra l'altro un ottimo vinello che mette davvero allegria. Qui si sono alternati i membri del team di assistenza per tutta la durata della spedizione.
Hanno partecipato alla spedizione: Si ringrazia il Comune di Castelcivita e la gestione della
grotta turistica Attrezzature utilizzate Temperatura dell'acqua 15° Sifoni esplorati nella grotta di Castelcivita ai pozzi
dell'orrido 310m in totale [Novità]
[News] [Dernières Nouvelles]
[Noticias]
|