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PENISOLA DELLO YUCATAN (Messico) 1993

 

La penisola dello Yucatan in Messico,  è un tavoliere pianeggiante ricoperto per la massima parte da foreste tropicali senza nè montagne nè fiumi. In questa zona molto estesa esiste tuttavia un fenomeno geologico unico al mondo : l'acqua che cade copiosa con violenti temporali, si raccoglie in bacini d'acqua chiamati Cenotes ( Dzonop nel linguaggio Maya ) Alcuni di questi hanno l'aspetto mite di tranquilli laghetti di piccole dimensioni, altri si nascondono in voragini circondati da piante lussureggianti che ne rendono impossibile la vista a qualsiasi sorvolo aereo. E' soprattutto a questi che Casati e Dell'Oro si sono rivolti nelle loro ricerche con le indicazioni ed il sostegno di guide locali. Una collaborazione ufficiale è stata dal Comandante dei pompieri " i Bomberos, " responsabile di tutto lo stato dello Yucatan, che ha messo a disposizione le Jeep per agevolare il raggiungimento di alcune zone. Per ricambiare la gentilezza Casati già responsabile tecnico speleosubacqueo della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI, responsabile Nazionale della Commissione Speleosubacquea del CNSAS e Dell'Oro Istruttore di speleologia del CAI e tecnico speleosubacqueo del CNSAS hanno tenuto per loro un breve corso di progressione speleologica e speleosubacquea con analisi di tecniche e di materiali. L'attrezzatura a disposizione era minima ma completa. Si combinavano sia i problemi di progressione speleologica sia di avanzamento speleosubacqueo. Speleologia perchè capitava  di doversi calare per 15m o più dalle bocche dei pozzi in fondo ai quali si intravedeva nel buio, lo specchio tranquillo dell'acqua. Speleologia subacquea perchè una volta a mollo nell'acqua, sistemate le bombole di aria compressa sulle spalle, controllati i faretti sul casco, fissato il filo d'Arianna ad una radice penzolante dal soffitto, ecco che si poteva partire per l'esplorazione speleosubacquea. Le gallerie trovate sono state delle vere sorprese sia per bellezza ( stalattiti e stalagmiti numerose che testimoniano un passato di grotte asciutte ) sia per sviluppo e per complessità di intreccio. Un caso abbastanza particolare è stato l'esplorazione di un Cenote il cui ingresso si trovava a qualche decina di metri dalla pista dell'aereoporto di Merida : mentre sopra le teste rombavano i motori degli aerei, ci si addentrava in una breve galleria, si arrivava sul bordo di un laghetto e ci si immergeva incuranti dei voli radenti non degli aerei ma di numerosi pipistrelli che dimostravano il loro risentimento per essere stati disturbati. La temperatura dell'acqua era generalmente molto gradevole, 29°, lontani i problemi causati dal freddo, tuttavia un pericolo nascosto c'era : la decomposizione di sostanze naturali, favorita dalla temperatura dell'acqua, provocava dolorose infezioni alle orecchie che dovevano essere immediatamente curate con disinfettanti ed antibiotici. Nelle zone vicino agli ingressi era presente una fauna ittica di piccole dimensioni ma dai diversi e vivaci colori, avanzando nelle zone dove la luce non arriva mai si incontravano pesci biancastri trasparenti tipici dei luoghi completamente bui. Dal punto di vista paleontologico non è mancata la soddisfazione di aver trovato ossa fossili di un enorme animale preistorico, il Mastodonte. I Cenotes, fonti d'acqua sacre per le popolazioni Maya, sono stati studiati e sondati per eventuali ritrovamenti archeologici ; e Casati, smuovendo la sabbia e la fanghiglia alla base di un cono detritico a -10m di profondità, ha fatto affiorare un deposito di vasi d'argilla ben conservati. Questi pezzi sono stati consegnati al museo di Merida. Sott'acqua talvolta pur essendo a parecchi chilometri dalle coste marine, capitava di imbattersi in zone dove la visibilità prendeva un'aspetto traslucido e tremolante : lo strano fenomeno era dovuto al rimescolamento dell'acqua salata marina con l'acqua dolce : e si è rinforzata così l'ipotesi di un collegamento dei Cenotes non solo fra di loro ma anche con il mare ; un intrico di naturali canali sotterranei. Nonostante Casati e Dell'Oro siano riusciti a continuare in diversi Cenotes l'esplorazione hanno  dovuto dedicare una buona parte del tempo alla realizzazione di un documentario per la trasmissione Reportage trasmessa su Canale 5 e frenare la curiosità naturale di spingersi in ricerche più avanzate. Casati e Dell'Oro sono tornati, ma la sensazione è di aver solo momentaneamente sospeso l'esplorazione di un'Atlantide sommersa che attende di svelare i suoi tesori.

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